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🇪🇺 La Von Der Leyen, Centocelle e il futuro dell'auto europea
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Indice dei contenuti
Questa è stata la settimana dei tanto atteso annuncio della Commissione Europea attraverso le parole della (ormai mitica) Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione Europea, in merito al piano strategico per il comparto automotive europeo.
Il 5 marzo 2025 ad ogni modo rappresenta una data spartiacque per quel ci interessa come addetti del settore perchè finalmente si è passati da una situazione di blocco totale ad un piano che quantomeno affronta i principali temi della competitività dell’intero settore della produzione dei nuovi veicoli.
Quindi la strigliata di Draghi, che ho già citato qui, è servita a qualcosa (“basta dire solo no, fate qualcosa!”)?
Il mio compito è quello di darvi pillole leggibili in poco tempo su fatti importanti e complessi, lascio ad altri i giudizi in merito che comunque riporterò per completezza di informazioni.
Buona lettura!
🇪🇺 La Von Der Leyen, Centocelle e il futuro dell'auto europea
In estrema sintesi riporto di seguito i punti principali del piano strategico partendo dal post di Corrado Storchi (sennò poi mi brontola per non averlo citato 😅) che fa un grande lavoro di sintesi davvero oggettiva:
Innovazione e Digitalizzazione: Riconquistare la leadership nella transizione verso veicoli connessi, autonomi, alimentati da software e intelligenza artificiale.
Mobilità Pulita: Accelerare la transizione verso veicoli a zero emissioni, sviluppando un mercato interno forte e infrastrutture adeguate.
Competitività e Resilienza della Catena di Approvvigionamento: Migliorare la competitività dei costi, in particolare nella produzione di batterie, e rafforzare la resilienza della catena di approvvigionamento, inclusa la fornitura di materie prime critiche e la promozione dell'economia circolare.
Competenze e Dimensione Sociale: Anticipare e gestire l'impatto sociale e occupazionale della transizione, affrontando le carenze di competenze e sostenendo la riqualificazione dei lavoratori.
Accesso al Mercato, Parità di Condizioni e Sicurezza Economica: Garantire l'accesso ai mercati globali, promuovere una concorrenza leale con i concorrenti extra-europei e salvaguardare la sicurezza economica del settore.
Per vostra comodità ho creato un documento di sintesi in italiano dove ci sono dettagli più approfonditi 👉 qui
Il ruolo della digitalizzazione
Lasciatemi mettere in risalto, con grande soddisfazione personale, il fatto che la prima area toccata dal piano riguardi proprio quella che ho sempre definito la vera emergenza in termini di gap competitivo con i nuovi player globali come le case Cinesi (BYD in testa) e Tesla: la transizione digitale.
Punto di debolezza: le case tradizionali sono auto tradizionali con del software montato sopra, i nuovi veicoli progettati pochi anni fa hanno l’architettura del software che nasce con il veicolo stesso.
Il piano in questa area chiave si concentra sulla necessità urgente per l'industria automobilistica europea di riacquistare una posizione di leadership nella transizione verso veicoli:
connessi e autonomi
alimentati da software e intelligenza artificiale.
Il messaggio per l’intero settore automotive ed in particolare per il post-vendita è chiaro: passare da processi manuali offline (battaglioni di persone che lavorano nei backoffice, che scrivo mail, telefonano, che fanno fogli di excel) a processi digitali in real time “end-to-end”.
Tradotto: dall’inizio del processo (dal driver finale per capirci) fino all’esecuzione dell’azione richiesta (il tagliando o la riparazione in carrozzeria) i dati e le informazioni devono muovorsi in tutte le direzioni senza azioni umane.
Lascio a voi capire quanta strada manca per raggiungere questo obiettivo rispetto allo stato attuale (drammatico) delle cose.
Vediamo adesso alcuni pareri autorevoli in merito al piano presentato.
Un passo in avanti con pragmatismo e realismo
Stefano Aversa, Vice Presidente Globale e Presidente Europa di AlixPartners, in questo post parla chiaramente del cambio di rotta della Unione Europea più pro-business nei confronti dell'industria automotive.
Dice che “siamo ancora agli inizi, ma è un passo verso un maggior realismo e pragmatismo, pur mantenendo fermo il punto di arrivo”.
Per L’ANFIA la Commissione ha partorito un topolino
L’ANFIA, L’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, pone la domanda: come verrà attuata nella pratica la neutralità?
L’Associazione ritiene che per sostenere la competitività e preservare l’occupazione, l’UE deve abbracciare un portafoglio diversificato di tecnologie sostenibili, 𝗶𝗻𝗰𝗹𝘂𝗱𝗲𝗻𝗱𝗼, 𝗮𝗹 𝟮𝟬𝟯𝟱 𝗲 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲, 𝗶 𝘃𝗲𝗶𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗶𝗯𝗿𝗶𝗱𝗶 𝘀𝗶𝗮 𝗽𝗹𝘂𝗴-𝗶𝗻 𝗰𝗵𝗲 𝗿𝗮𝗻𝗴𝗲–𝗲𝘅𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗿 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝗰𝗮𝗿𝗯𝘂𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗶𝗹𝗲.
“Inoltre, se il vero obiettivo della Commissione rimane la decarbonizzazione, non vediamo alternative ad un progressivo piano di rinnovo del parco circolante auto, oggi vecchio di 12,5 anni e ad alte emissioni, che focalizzi le risorse su veicoli e componentistica prodotti in Europa. In assenza di questo piano, il settore è destinato a scomparire ☠️ sotto i colpi della competizione cinese e della politica oltreatlantica.”
Qui trovi il comunicato stampa.
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Critiche da case auto, concessionari e ambientalisti
Claudio Cangialosi su SicurAuto.it riporta la sintesi di diversi pareri critici anche da parti in contrasto tra di loro:
“Il Piano d’azione UE per il rilancio dell’industria automobilistica europea ha avuto il merito di unire tutti, visto che non piace praticamente a nessuno. Sebbene contenga spunti interessanti, molte delle soluzioni proposte vengono infatti giudicate troppo generiche e poco ambiziose, evitando di affrontare diversi elementi chiave della hashtag#crisi dell'auto. Curioso, poi, che i contenuti del Piano abbiano messo d'accordo sia le case automobilistiche che la più influente associazione ambientalista”.
Nell’articolo si evidenzia la mancanza di azioni chiare e pratiche.
L’Ue si impegna verso e-fuel e biocarburanti
Mario Cianflone su Il Sole 24 Ore fa la sua sintesi mettendo in risalto come “sembra esserci qualche piccolo passo verso un atteggiamento più morbido della UE. In particolare per quanto riguarda almeno una apertura informale e di massima (ma non sulla carta) verso e-fuel e biocarburanti.”
Ad oggi nella Commissione prevale ancora la visione di un futuro elettrico ma che va in contrasto con quello che vuole il mercato, visto il calo delle vendite delle BEV nel 2024 rispetto al 2023.
Apertura si, ma tutta da capire come metterla a terra.
Biocarburanti, Italia quarta in Europa per produzione
Mi preme sottolineare una possibile strada alternativa per raggiungere le “zero emissioni”.
La posizione della Commissione europea sui biocarburanti è ancora interlocutoria. Tuttavia, c'è un'accelerazione sulla revisione degli standard di emissione per auto e van, sollecitata dal governo italiano, che potrebbe favorire l'uso dei biocarburanti. Gianni Murano, presidente di Unem, sottolinea che la decarbonizzazione è possibile sfruttando tutte le tecnologie.
La domanda e la produzione di biofuel continuano a crescere. Neste prevede che la domanda di diesel rinnovabile in Europa raggiungerà 11 milioni di tonnellate entro il 2030, triplicando rispetto ai 4 milioni del 2023. Greenea stima una produzione europea di biodiesel di 11,3 tonnellate nel 2025, rispetto ai 3,5 del 2020.
Fonte: Il Sole 24 Ore
👉 Sintesi finale
A quanto pare ci sono due macro posizioni da parte degli addetti ai lavori:
bene la digitalizzazione
male la transizione verso l’elettrico
Per il secondo punto in effetti la Commissione ha fatto una prima apertura sui tempi delle multe alle case ma non ha spostato di fatto il vincolo del bando dei motori termici del 2035.
A mio avviso la transizione verso un unico modello unico di mobilità “alla spina” va a scontrarsi con la realtà attuale con veicoli in media con 12,5 anni di anzianità.
Come riconvertire l’enorme massa di veicoli esistenti?
Questa è una delle tante strade di Centocelle a Roma (il quartiere dove vivo), una delle aree più densamente popolate d’Italia, non molto distante dal centro città.
La % di veicoli alla spina su strada è molto molto bassa. Il “cittadino” comune non è “diversamente intelligente”, è semplicemente pragmatico specie in tema di mobilità.
Nel caso di riconversione di veicoli “alla spina” (full electric o Hybrid Plug in), tutte queste auto (moltiplicando le infinite strade e stradine di una grande città) dovrebbero affrontare il tema della ricarica da qualche parte e in qualche modo.
Provocatoriamente dico che si può parlare di cambiamento reale nel settore della mobilità quando una soluzione funziona a Centocelle.
Oggi i veicoli alla spina per una una diffusione di massa necessitano di condizioni chiare:
capacità di spesa all’acquisto
possibilità di ricarica privata indipendente
fonte alternativa energetica per abbassare il costo delle ricariche (es: pannelli solari).
La quota di mercato attuale dei “nuovi veicoli” rappresenta esattamente la sussistenza di queste condizioni.
Sono convinto che nei prossimi mesi seguiranno da parte dei vari attori un percorso di avvicinamento delle posizioni per trovare il giusto mix di soluzioni che permetteranno di realizzare gli obiettivi di sostenibilità ambientale basati sulla neutralità tecnologica.
Un modello “europeo” unico e differente rispetto a tutti gli altri.
Siamo solo agli inizi di una lungo gioco tra le parti.
💸 Follow the MONEY
In questa sezione ho creato due portafogli con i titoli delle case auto tradizionali e di quelle nuove (EV e cinesi) con l’andamento dell’anno in corso (proviamo così, mi dirai se ha senso o meno).
Ritengo importante tenere sempre ben in vista i valori di questi due aggregati come una sorta di “sentiment” del settore nella sfida tra i player storici e quelli nuovi perchè è qui che si giocherà la partita nel medio e lungo periodo.
A te le valutazioni 😉
NB: i dati sono generati da Google Finance e vanno considerati solo per analizzare l’andamento in % dei due gruppi di titoli e non i valori assoluti espressi in valuta. Si sconsiglia l’uso per finalità di investimento.
Se ho fatto qualche errore non esitare a segnalarmelo. Grazie!
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Alla prossima settimana!
Michele
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