🇺🇸 L'impatto di Trump sull'automotive

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La scorsa settimana abbiamo analizzato i pilastri della strategia che la Commissione Europea per il futuro dell’industria automotive europea.

Parallelamente e direi molto rapidamente iniziano a prendere forma gli effetti sull’economia e sull’industria dell’auto delle azioni del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Azioni esecutive per certi aspetti “brutali” con cambi di direzione che possono sembrare senza logica ma che hanno una precisa logica, in tutto.

Oggi andrò ad approfondire la natura del nuovo indirizzo preso dall’economia più forte al mondo per capire gli impatti inevitabili sul nostro settore.

Buona lettura!

🇺🇸 L'impatto di Trump sull'automotive

Per me, non so per voi, ma l’aspetto più impressionante dell’amministrazione Trump è la velocità con cui gli atti amministrativi vengono messi a terra. Il presidente firma un atto esecutivo ed è legge sul campo.

Lo sta facendo non solo con i dazi commerciali che ci toccano da vicino ma anche in tanti ambiti interni dello stato federale che si occupa delle funzioni sociali come l’istruzione, la salute, il fisco.

Solo per darvi una idea di queste azioni, per il sistema della spesa federale (ricordo che gli Stati Uniti sono una federazione di stati e che solo una parte della spesa pubblica è centralizzata mentre tante voci sono in capo ai singoli stati locali) è stato creato un team chiamato DOGE capitanato da Elon Musk in persona con l’obiettivo di rivedere al setaccio ogni dollaro speso con il potere immediato di bloccare fondi fondi ed effettuare licenziamenti immediati tra i dipendenti pubblici.

Solo questo aspetto ci fa capire come siamo su due pianeti differenti rispetto alle “litanie” europee ma soprattutto italiane, dove sappiamo benissimo che non è pensabile il licenziamento di un solo dipendente statale dall’oggi al domani.

Premesso che quello che accade dentro un’altra nazione possa anche non interessarci, ma quando invece ci sono atti esecutivi che impattano verso tutte le direzioni allora è necessario inquadrare la situazione e capire cosa può accadere nel breve e nel medio termine.

Quindi la domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: Trump è un pazzo scatenato che agisce d’impulso o c’è piano ben studiato dietro?

Le radici delle politiche di Trump

La risposta è che l’atteggiamento da “leader folle” (teoria del “madman”) ha delle logiche ben precise e ben studiate a tavolino.

Da chi?

Dall’Heritage Foundation, una fondazione e centro di potere di tipo politico, che ha elaborato un piano dettagliato che ha portato alla vittoria di Trump con grande successo.

Vediamo sinteticamente le priorità strategiche.

2025-2026

In questi due anni nei quali i repubblicani godranno sicuramente di una maggioranza al Congresso l’amministrazione Trump daranno impulso a queste strategie di cui vediamo già gli effetti:

  • contrasto al Partito comunista cinese in politica estera, nel quadro di una «nuova guerra fredda» che gli Stati Uniti starebbero perdendo;

  • la riduzione delle spese federali, considerate come la vera fonte dell’inflazione;

  • il contrasto all’immigrazione “senza regole”;

  • l’introduzione del riconoscimento dell’identità dei votanti alle elezioni;

  • la promozione della famiglia tradizionale e il contrasto all’aborto;

  • lo sradicamento del “deep state”;

  • l’espansione dell’estrazione di petrolio, perché solare ed eolico «rendono l’America dipendente dalla Cina»;

  • l’ampliamento della «libertà di istruzione».

Il rapporto con le Big Tech

L'Heritage Foundation vuole limitare il potere delle grandi imprese tecnologiche, sostenendo leggi che promuovano concorrenza e innovazione, rendendo il settore tecnologico americano più competitivo e attraente. Accusa le Big Tech di trasferire dati al Partito comunista cinese in cambio di concessioni.

Il nemico n.1 è la Cina

Per ragioni storiche, ma a mio avviso per la elevata competitività della Cina che sta mettendo in seria discussione la leadership tecnologica ed economica degli USA globale, la Fondazione mette al centro delle proprie strategie il contrasto alla crescita del dragone.

Ecco allora che la pace tra la Russia e l’Ucraina (compreso la famosa “sceneggiata” tra Trump e Zelenskyj nella sala ovale), la lotta alle gang messicane che commerciano Fentanyl prodotto in Cina, sembrano essere funzionali al contrasto alla Cina. Anche in Medio Oriente i paesi arabi devono entrare negli Accordi di Abramo, devono esaurirsi i fondi verso l’Autorità palestinese, e deve essere ripensato il sostegno ai curdi, per tenere la Turchia lontana da Mosca e Pechino.

Paradossalmente Trump si sta adoperando velocemente per la pace su tutti i fronti aperti nel mondo, ma solo perchè sono di ostacolo nella guerra fredda con la Cina.

L’impatto dei dazi sull’automotive

L’obiettivo dichiarato dell’Amministrazione Trump è di difendere un comparto da 10 milioni di posti di lavoro, che vale il 4,8% del Pil degli Stati Uniti.

La relazione di Trump con l'industria automobilistica è complessa. Le politiche di America First promettono un rilancio della produzione nazionale, ma il settore, globalizzato, è vittima di protezionismo, deregulation, retromarce ambientali e guerre commerciali che minacciano il mercato, l'innovazione e le reti di produzione globali.

S&P Global Mobility sottolinea che le politiche ambientali e commerciali, come emissioni, infrastrutture, sicurezza e dazi, sono le grandi incognite che influenzeranno il settore, richiedendo stabilità, strategie a lungo termine e scommesse tecnologiche.

Tutto questo sta già emergendo con violenza in questi giorni con annunci e smentite sui dazi verso il Canada, il Messico e l’EU, senza risparmiare nemmeno Tesla dell’”amico” Elon Musk oggetto di una caduta in borsa senza precedenti da inizio anno (-38%!).

Di nuovo S&P Global afferma che l'industria automobilistica ha una settimana prima di un massiccio arresto della produzione a causa dei dazi, prevedendo che la produzione nordamericana potrebbe diminuire fino a 20.000 veicoli al giorno.

La maggior parte delle case automobilistiche e dei fornitori investirà solo con stabilità a lungo termine; l'attuale incertezza, soprattutto sulle normative di emissioni e risparmio di carburante, potrebbe ritardare lo sviluppo di futuri programmi per veicoli.

La difficile situazione interna americana

Come non mail i proprietari di auto stanno saltando le rate mensili al tasso più alto in oltre 30 anni.

A gennaio, il 6,56% dei mutuatari di auto subprime era in ritardo di almeno 60 giorni, il massimo dal 1994, secondo Fitch Ratings.

Il rallentamento economico e l'inflazione hanno reso difficile per molti consumatori pagare le bollette, con prestiti auto particolarmente colpiti da prezzi e costi di prestito elevati, portando a un aumento dei pignoramenti.

Quindi diversi segnali stanno dicendo che si sta entrando una fase molto delicata dell’economia con gli indici azionari che vedono gli USA in rallentamento e paradossalmente l’Europa in risalita.

Va considerato anche che come riporta Dario Donato in questo post negli Usa il 62% degli adulti ha una parte di patrimonio investito sui mercati finanziari. In Europa secondo un recente studio di Blackrock non si arriva al 35%.

Quindi se il mercato azionario USA dovesse scendere ancora ci saranno altre tensioni che l’amministrazione Trump dovrà affrontare ribaltando all’esterno gli effetti.

I grandi investitori scommettono sulla recessione

La regola aurea dei grandi investitori è tanto semplice quanto inapplicata dai comuni mortali: vendi quando il mercato sale e compra quando è basso.

Come da manuale Warren Buffett, il più grande investitore della storia, raddoppia la liquidità attraverso le vendite di azioni: oggi ha in cassa 334 miliardi di dollari.

Le attività di vendita sono iniziate già nel 2024 quando appunto sulla spinta delle elezioni di Trump il mercato azionario era alle stelle, facendo emergere da più parti quale era la sua strategia.

Eccola servita: il lupo si è preparato per fare acquisizioni importanti a prezzi molto scontati dovuti ad una ipotetica recessione.

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Come l’Europa può difendersi

E’ chiaro che il tema dei dazi avrà un ruolo importante in questi mesi con forti impatti sull’economia.

Suggerisco la lettura dell’intervista a Giulio Tremonti che propone come la Ue può avere poteri enormi di intervento sull’economia dei dati.

In effetti oggi il grosso del valore della borsa americana, la più grande al mondo per capitalizzazione, è data dalle big tech come Google, Amazon, Facebook, Apple, Netflix etc che hanno come core business la valorizzazione dei dati degli utenti.

Sappiamo tutti che la tassazione su queste società è bassa e molto difficile da applicare, ma se si riuscisse nell’intento di valorizzare al massimo la qualità dei nostri dati potrebbe essere un ottimo deterrente contro l’aggressività di Trump.

👉 Sintesi finale

L’America con Trump sarà diversa da quella che abbiamo conosciuto finora, non farà sconti a nessuno per portare a casa gli obiettivi del programma “America First”.

Chiunque sia di intralcio alla vittoria nella nuova “guerra fredda” con la Cina sarà un nemico.

Penso che sia stato un bene per noi il prendere coscienza che agli americani non ci saranno più a prendere le nostre difese sempre e comunque, perchè adesso devono sistemare le loro cose a casa.

Prepariamoci ad una fase molto turbolenta in cui l’Europa può essere la parte debole o forte se saprà valorizzare le proprie caratteristiche che sono diverse da quelle americane e cinesi.

Mai come ora abbiamo l’opportunità di porre le basi per una economia forte e autorevole, a partire dal settore automotive.

Tutto è ancora da scrivere, mese dopo mese.

💸 Follow the MONEY

In questa sezione ho creato due portafogli con i titoli delle case auto tradizionali e di quelle nuove (EV e cinesi) con l’andamento dell’anno in corso (proviamo così, mi dirai se ha senso o meno).

Ritengo importante tenere sempre ben in vista i valori di questi due aggregati come una sorta di “sentiment” del settore nella sfida tra i player storici e quelli nuovi perchè è qui che si giocherà la partita nel medio e lungo periodo.

A te le valutazioni 😉

NB: i dati sono generati da Google Finance e vanno considerati solo per analizzare l’andamento in % dei due gruppi di titoli e non i valori assoluti espressi in valuta. Si sconsiglia l’uso per finalità di investimento.

Se ho fatto qualche errore non esitare a segnalarmelo. Grazie!

Portafoglio Case Auto Tradizionali

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Alla prossima settimana!

Michele

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