- Autotech Italia
- Posts
- 🇨🇭 L'anti-fragitilità delle carrozzerie svizzere, oltre le tariffe orarie
🇨🇭 L'anti-fragitilità delle carrozzerie svizzere, oltre le tariffe orarie
Indice dei contenuti
Benvenuti alla 32a edizione di Autotech Italia !
Il 19 marzo scorso ho ricevuto con grande sorpresa (e piacere personale) l’invito da parte dall’associazione nazionale svizzera delle carrozzerie sezione ticinese, Carrosserie Suisse Ticino, per fare un intervento sulle nuove tendenze e la digitalizzazione del settore in occasione della loro 68ma (68!!!) assemblea annuale degli associati organizzata per il 08.04.2025 a Lugano (martedi scorso).
L’iniziativa è stata avviata dal presidente Damiano Crivelli, titolare della carrozzeria ticinese Gorla, leggendo (semplicemente) uno dei post di Autotech-Italia su Facebook.
Vi dico sin da subito che ho accettato (con grande entusiasmo) e ho fatto i biglietti del treno senza esitare.
Ma se volete scoprire come è andata, cosa è emerso dall’analisi delle differenze tra le carrozzerie ticinesi e quelle italiane, l’intervista al Presidente Crivelli ma soprattutto perchè sono “anti-fragili” dovete leggere l’articolo fino in fondo.
Buona lettura!
🇨🇭 L'anti-fragitilità delle carrozzerie svizzere
Partecipare all’assemblea come relatore mi ha dato l’opportunità di analizzare gli aspetti caratteristici e le differenze tra il modello delle carrozzerie ticinesi (come sotto insieme di quelle svizzere) e del modello italiano, grazie anche alla condivisione dei preziosi dati statistici dell’associazione.
Vi anticipo che il tema delle differenze delle tariffe orarie applicate e quindi riconosciute dalle compagnie è talmente forte che da sempre catalizza l’attenzione degli addetti ai lavori, con il rischio di “bloccarsi” sui freddi numeri senza capire effettivamente le reali cause (tralasciando l’annosa diatriba tariffe / ore applicate… gli addetti sanno bene a cosa mi riferisco).
A mio avviso le tariffe sono la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più complesso che merita il giusto approfondimento con la speranza di dare un quadro finale utile alle riflessioni di chi sta sul campo (anzi dentro il cofano) tutti i giorni.
Il modello svizzero dei carrozzieri
Il titolo non è casuale. A mio avviso le carrozzerie svizzere non sono altro che lo specchio del modello economico e sociale del paese. Vediamo perchè.
In questa tabella c’è la sintesi delle differenze strutturali del settore:
Per farla breve, le carrozzerie ticinesi e svizzere tendono ad avere un rapparto diretto con il driver finale e le compagnie, un focus sulla sola attività di carrozzeria mantenendo fermo il livello di tariffe applicate, a differenza dell’Italia dove si è strutturati per gestire volumi più alti di lavoro ma a tariffe più basse.
In questa tabella si evince meglio questo concetto confrontando le tariffe orarie e il fatturato medio per dipendente globale:
C’è da considerare, per gli addetti ai lavori, che la tariffa oraria in Ticino raggiunge picchi di 300F… quasi 10 volte la media riconosciuta da grandi canalizzatori in Italia! (nota: per onestà intellettuale bisogna considerare anche che il parco veicolare ticinese in particolare ha un valore medio molto alto con un impatto significativo sulla tariffa).
Da questi indicatori possiamo dire che il modello svizzero del “piccolo” e “locale” ha dei vantaggi a livello finanziario e quindi di lungo periodo.
Vediamo la base dell’iceberg “svizzero”.
Il caso dell’associazione dei carrozzieri
Carrosserie Suisse è l’associazione principale che raggruppa circa 850 carrozzerie svizzere su un totale di 2500 strutture:
è l’unica associazione di categoria e si occupa esclusivamente della carrozzeria tenendo ben distinto tutto l’altro mondo della meccanica e delle gomme;
ha un ruolo di raccordo con il governo centrale e cantonale per temi fondamentali come il contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria;
ha una struttura dedicata riconosciuta per la formazione professionale del settore specifico.
Mentre la sezione ticinese, di cui sono stato ospite, aggrega circa 60 carrozzerie su un totale di 250 esistenti sul territorio.
Quello che mi ha colpito a livello di differenza con l’Italia (e che invito ad osservare) è il fatto di usare una struttura “burocratica” come può essere un’associazione in modo mirato e specifico per lo scopo della categoria di riferimento, con un’azione simbiotica efficace con le istituzioni del paese per condizioni minime necessarie (rapporti con le compagnie, tariffe, formazione professionale).
Come funzionano queste associazioni? Martedì scorso ho assistito personalmente ai lavori assembleari della sezione ticinese dove, nonostante l’invasione del mio intervento per 54 minuti, in poco meno di un’ora sono stati discussi, votati e approvati la modifica di oltre 20 articoli statutari!
Che dire… davvero bravi.
L’intervista al Presidente Damiano Crivelli
Ecco di seguito il punto di vista del Presidente.
Domanda: quali sono le priorità in termini di innovazione per le carrozzerie nei prossimi 3 anni?
“Nel reparto verniciatura, i prodotti vernicianti e le attrezzature di supporto stanno evolvendo in modo significativo. Nel reparto di lattoneria, invece, si stanno affermando tecniche di riparazione a freddo e l’utilizzo di colle ad alte prestazioni, che garantiscono lavorazioni più rapide e sostenibili. A livello gestionale, sarà fondamentale aumentare il grado di digitalizzazione per rispondere alle crescenti esigenze del mercato e migliorare l’efficienza operativa. In tutti questi ambiti, sarà necessario stare al passo con i tempi e investire con lungimiranza, per restare competitivi e allineati con la concorrenza.”
Domanda: come le carrozzerie potranno mantenere il loro livello di artigianalità all'epoca dell'AI?
Ritengo impensabile che l’AI possa stravolgere il lavoro in carrozzeria così come lo conosciamo oggi. Nessuna macchina, almeno per come l’abbiamo vista finora, può sostituire il valore degli artigiani, la cui abilità si fonda su esperienza, competenze tecniche multilivello e manualità fine. L’intelligenza artificiale entrerà in modo importante nella gestione dei processi, nel back office e nel front office, ma nelle lavorazioni pratiche gli artigiani resteranno indispensabili, almeno in una prima fase. Solo in contesti fortemente industrializzati – con volumi elevati e processi standardizzati – si potrebbe assistere a una graduale riduzione dell’artigianalità. Tuttavia, ciò richiede una struttura produttiva diversa da quella tipica della carrozzeria artigianale.
Domanda: quale sarà l'impatto del cambio generazionale nelle carrozzerie nei prossimi 5/10 anni?
“È importante distinguere tra due tipi di cambi generazionali: l’ingresso di nuove leve all’interno del team e la successione aziendale vera e propria. Nel primo caso, l’arrivo di giovani in officina comporterà un inevitabile adeguamento delle condizioni di lavoro, con maggiore flessibilità, possibilità di impiego part-time e attenzione alla conciliazione tra vita privata e lavoro. Nel secondo caso, ovvero il passaggio della proprietà o della direzione, il rischio di insuccesso è concreto se non viene gestito con cura, anticipo e visione. Gli interessi e le disponibilità delle due generazioni spesso non coincidono, ma solo una transizione pianificata e condivisa potrà assicurare continuità e solidità aziendale in un mercato che non consente passi falsi.”
Domanda: come immagina la carrozzeria nel 2035?
“Non mi aspetto una rivoluzione radicale nelle carrozzerie, né in termini di dimensioni né di contenuti. Penso però che sopravvivranno e si rafforzeranno solo le aziende ben organizzate e strutturate, con attenzione ai processi, all’efficienza operativa e alla cultura aziendale. Nei prossimi dieci anni prevedo una selezione naturale che alzerà il livello medio del settore, portando le imprese a un modello più professionale, orientato alla qualità e alla sostenibilità economica.”
Il concetto di “anti-fragilità”
Nell’epoca dei dazi trumpiani a mio avviso non si può non considerare il tema dei “cigni neri”.
Quello che stiamo vivendo in queste ore è un esempio di “cigno nero”, ovvero un evento imprevisto ed imprevedibile che cambia le regole del gioco a livello economico in poco tempo.
L’inventore di questo concetto è il filosofo matematico contemporaneo libanese Nassim Nicholas Taleb, in pratica quello che ha anticipato la crisi mondiale di Lehman Brothers (per farla breve) e che invito a leggere e rileggere periodicamente.
Nel 2012 Taleb ha scritto un saggio rivoluzionario che ha introdotto il concetto di “anti-fragilità”, per descrivere come un organizzazione (nazione, aziende etc) può sopravvivere al verificarsi di un “cigno nero”: appunto essere “anti-fragile”.
Cosa significa? Assorbire lo shock da evento improvviso modificando la propria struttura rapidamente in modo flessibile cosi da trasformare la sua stessa natura e diventare un qualcosa che funziona con la nuova condizione (diverso dalla “resilienza”, concetto sopravvalutato e abusato ma anche meno efficace perchè presuppone solo la capacità di assorbire il colpo fino alla rottura).
In questo passaggio del capitolo 5 c’è la sintesi della forza del modello svizzero come sistema “anti-fragile”:
👉 La mia opinione
Tralasciamo per un attimo le differenze dimensionali e concentriamoci sui modelli.
Che sia chiaro: il canton ticino e l’Italia sono due “comunità” molto diverse per fattori storici, economici e culturali secolari. Niente avviene per caso.
Ma c’è un punto di contatto tra i due: l’italianità.
A mio avviso i ticinesi (in questo diversi dagli altri svizzeri) hanno saputo far convivere la loro natura “antifragile” sistemica con la valorizzazione dell’artigianalità di alta gamma storica degli italiani, creando un modello unico e non ripetibile altrove.
Mentre le nostre carrozzerie, grazie alla natura creativa e adattiva tipica italiana, sono impegnate modificando la propria natura nel trovare un punto di equilibrio sostenibile nel lungo periodo tra tariffe basse, diversificazione dei servizi e alti volumi di lavoro.
Quando mi è stato chiesto di dare delle indicazioni all’assemblea dei carrozzieri ticinesi ho proiettato questa slide:
Sono convinto che questa formula (tanto semplice ed efficace ma molto difficile da attuare) sia la giusta “mission” per preservare e valorizzare la vera risorsa “scarsa” nel tempo: l’italianità delle nostre carrozzerie.
*Fonti: Michele Romagnoli
💸 Follow the MONEY
In questa sezione ho creato due portafogli con i titoli delle case auto tradizionali e di quelle nuove (EV e cinesi) con l’andamento dell’anno in corso (proviamo così, mi dirai se ha senso o meno).
Ritengo importante tenere sempre ben in vista i valori di questi due aggregati come una sorta di “sentiment” del settore nella sfida tra i player storici e quelli nuovi perchè è qui che si giocherà la partita nel medio e lungo periodo.
A te le valutazioni 😉
NB: i dati sono generati da Google Finance e vanno considerati solo per analizzare l’andamento in % dei due gruppi di titoli e non i valori assoluti espressi in valuta. Si sconsiglia l’uso per finalità di investimento.
Se ho fatto qualche errore non esitare a segnalarmelo. Grazie!
Il tuo feedback è importante!
Grazie 🙏 per aver letto questa edizione!
Ti è piaciuto il numero di oggi? |
Se vuoi puoi rispondermi anche direttamente alla mail se hai suggerimenti o indicazioni specifiche.
Alla prossima settimana!
Michele
Altro materiale:
🧑💻 Il progetto
Reply